mercoledì 25 settembre 2013

Erchie: Incendiata l'auto del presidente antiracket


Erchie: Incendiata l'auto del presidente antiracket
Davide Daloisio

ERCHIE – Erano le 3 di ieri mattina quando la Mercedes CLK di Paride Margheriti, presidente antiracket di Erchie. L’associazione attiva sul campo per contrastare l’illegalità ha subito un vero e proprio attacco. Nel rogo è andata distrutta una Lancia Y di proprietà di un’amica di Paride che, avendo bucato la ruota, aveva momentaneamente lasciato la sua auto parcheggiata davanti casa dell’amico. Margheriti che nella vita fa l’assicuratore nel 2012 aveva confessato di essere vittima del racket dell’usura e con il suo contributo aveva determinato un’operazione di arresto contro due persone che nel frattempo sono state scarcerate. Sull’attentato stanno indagando i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile (NORM) di Francavilla Fontana comandati dal tenente Roberto Rampino. Per gli investigatori la matrice del rogo è sicuramente dolosa, e si stanno vagliando varie ipotesi, la più accreditata è quella che gira sulla vita pubblica della vittima. Intanto questa mattina alle ore 11, presso l’aula consigliare del Comune di Erchie si svolgerà una conferenza stampa convocata dall’antiracket Puglia.  ”Il grave atto intimidatorio – si legge in una nota – ha creato un clima teso in città, proprio per questo il coordinatore regionale della Federazione antiracket italiana, Renato De Scisciolo, ha deciso di incontrare la stampa unitamente a tutti i presidenti delle associazioni antiracket della provincia di Brindisi, (Mesagne, San Vito dei Normanni, Ceglie Messapica, San Pietro Vernotico, Francavilla Fontana) aderenti alla Fai”. ”L’associazione Antiracket – prosegue la nota – grazie al suo fattivo impegno, ha portato molti cittadini a denunciare, accompagnandoli anche nelle fasi processuali, raggiungendo brillanti risultati e garantendo la massima vicinanza ad operatori commerciali e a tutti colori che si sono trovati in difficoltà. Pertanto il coordinatore regionale De Scisciolo esprime la sua vicinanza e il suo fattivo appoggio al collega oggetto dell’ atto intimidatorio”.

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