sabato 28 settembre 2013

Una sanità più vicina alle fasce deboli


Una sanità più vicina alle fasce deboli
Giuseppe Messe

“Una sanità più vicina alle fasce deboli”: il tema del convegno-dibattito organizzato dal Pd brindisino, presente l’assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile. Dai vari interventi succedutisi,  è emerso che si avrebbe bisogno di più risorse, di una politica che metta a tema l’esigibilità dei diritti e che promuova, anche in questo settore, nuove opportunità di lavoro. Invece si registrano continui tagli con la conseguente compressione dei servizi. L’assessore Gentile ha condiviso queste preoccupazioni che provengono dal territorio ed ha definito questo momento storico “una pagina non certamente felice della storia di questo Paese” aggiungendo che “il Pd deve assolutamente assumere come obiettivo prioritario della sua riflessione politica ed istituzionale”. Poi ha spezzato una lancia a favore del sistema Puglia. “Bisogna prendere a modello la Puglia, questo cantiere di innovazione e modernizzazione, che ha dimostrato in questi anni che la spesa sociale non è un costo, non è una zavorra per i bilanci pubblici, ma è un investimento perché migliora la qualità della vita delle persone, soprattutto delle persone più fragili, migliora il benessere degli uomini e delle donne di questa comunità e, contestualmente offre anche una importante opportunità di lavoro per molti operatori del settore, per i nostri giovani laureati che hanno trovato nel sistema del welfare l’occasione per realizzare il proprio progetto di vita”.


Sull’altra faccia della stessa medaglia, però, sono ben noti i tagli che i vari governi nazionali hanno riservato non solo al sistema sanitario ma anche al welfare italiano in un momento in cui esplode la povertà, esplodono contraddizioni insostenibili, aumenta il disagio sociale. L’assessore Gentile le difficoltà della sanità pugliese. Ed auspica di anteporre il tema della esigibilità dei diritti a qualsiasi altra iniziativa politico-istituzionale.


“Abbiamo perso troppo tempo a ragionare di Imu, di Iva e di Berlusconi mentre il Paese sta precipitando nel collasso della povertà – ha concluso -.Dobbiamo cambiare registro e chiedere al governo in carica di ripensare le sue politiche. Non penso che il tema dell’Imu possa essere decisivo per la vita delle persone. Certo è giusto esonerare le fasce più deboli, i disoccupati i pensionati al minimo, i cassintegrati e i mobilitati ma è giusto che le famiglie abbienti debbano contribuire alla spesa sanitaria e sociale”.

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