venerdì 25 ottobre 2013

Crisi del centro-sinistra a Mesagne, un nodo che va sciolto in fretta


Crisi del centro-sinistra a Mesagne, un nodo che va sciolto in fretta
Giuseppe Messe

(di Pompeo Molfetta, capogruppo consigliare di Sel Mesagne) L’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Scoditti e la maggioranza di centro-sinistra che la sostiene stanno attraversando da mesi una strisciante crisi, politica e amministrativa, ora affidata al lavorio dei partiti per un tentativo di trovare una soluzione credibile e stabile. Per conto mio sento il dovere di non sottacere quelle che – a mio giudizio ovviamente – mi sembrano le questioni cruciali che hanno portato, a tre anni e mezzo dall’inizio della legislatura, a poter concludere che ben difficilmente si compirà quel progetto di cambiamento e di rilancio della nostra città annunciato in campagna elettorale nel lontano 2010 e così generosamente premiato dai cittadini elettori.


La vicenda Isbem, per come si è consumata negli ultimi due Consigli Comunali, dimostra in modo inequivoco la difficoltà dell’Amministrazione e della maggioranza che la sostiene di decidere su una questione neanche tanto complicata sul piano amministrativo e certamente poco rilevante sul piano politico, per lo meno se rapportata alla gravosità delle questioni che la città è chiamata ad affrontare. Questo è soltanto l’ultimo di una serie di fatti che denotano uno stato perdurante e persistente di crisi politico-amministrativa che non si è mai risolta. E’ tempo dunque di fermarsi un attimo a riflettere insieme. Bisogna purtroppo prendere atto che la coalizione elettorale di centro-sinistra non è mai diventata una coalizione politica a tutti gli effetti anzi, sembrerebbe che – per ragioni francamente incomprensibili o innominabili – nel corso del tempo si siano acuite le distanze e le differenze fra i suoi  gruppi costituenti. E’ altrettanto evidente che nonostante lo sforzo generosamente profuso dal Sindaco e dalla sua Giunta e nonostante alcune buone realizzazioni si può dire che il grosso del programma amministrativo è finora rimasto incompiuto. Su tutto questo poi grava una congiuntura economica generale che strozza gli enti locali e rende difficile per rutti i comuni tenere un equilibrio di bilancio senza tagliare i servizi, le spese correnti o la spesa per gli investimenti.


Se così è, in questo modo non si può più andare avanti perché corriamo il rischio di consegnarci ad una lunga agonia e ad  una morte lenta e dolorosa. Bisogna fare qualcosa e farla subito. Le possibilità che abbiamo davanti si riducono sostanzialmente a due: o il Sindaco e la sua maggioranza  risolvono rapidamente gli intricatissimi nodi delle loro contraddizioni interne e fanno uno “scatto di reni” all’unisono che porti a compimento almeno di alcuni dei più significativi punti programmatici così da “salvare” la consigliatura, oppure è molto meglio riconsegnare la speranza del cambiamento nelle mani del popolo sovrano facendo in modo che questo passaggio sia il meno lungo e il meno tormentato possibile per Mesagne. Meglio sarebbe che questa decisione sia assunta insieme così come insieme bisogna assumersi la responsabilità sullo stato attuale dell’amministrazione civica, poiché nessuno si può chiamare fuori da queste responsabilità ne singolarmente ne come gruppo politico. Io mi assumo le mie e  quelle del mio gruppo che, per esempio, in un momento topico della legislatura, non ha saputo cogliere la necessità di imprimere un cambio di rotta, non ha corrisposto al piccolo sacrificio richiesto, trincerandosi in una posizione di pura conservazione. Sulle responsabilità degli altri naturalmente non intervengo ma ognuno bisogna che ne faccia ammenda di fronte alla città che ci guarda ormai con assoluto disincanto.


Il nodo del “se” e del “come” andare avanti va sciolto rapidamente perché non è indifferente, in caso di chiusura traumatica e anticipata del Consiglio, se questa avviene in modo tale da consentire il voto nella prossima primavera, quindi con un interregno commissariale di pochi mesi, o se avviene accidentalmente in un periodo tale da doversi rassegnare a una gestione commissariale che potrebbe protrarsi per tempo insopportabilmente lungo.


Bisognerà riflettere altresì sulle inquietanti incognite che gravano in queste ore  sulle vicende politiche nazionali e sul destino del governo in carica. Altrettanto rilevante in questa disamina politica e sulle decisioni da prendere saranno gli esiti degli appuntamenti congressuali che i nostri partiti si apprestano a celebrare. Tutte ragioni che spingono a far presto, a non cincischiare su questioni di lana caprina, a tenere alto l’orizzonte del confronto politico che la gente non ne può più (soprattutto in un momento in cui si fa sempre più drammatica la condizione economica e sociale di un numero crescente di cittadini). Io penso infine che la riflessione sui temi che qui ho solamente accennato deve appartenere alle forze politiche ma anche alla città, sapendo bene che nei momenti difficili è proprio dalla città che sono venute le testimonianze e le risposte migliori.


 


 

Nessun commento:

Posta un commento