venerdì 4 ottobre 2013

Oggi si festeggia il Patrono d'Italia


Oggi si festeggia il Patrono d'Italia
Giuseppe Messe

(di Aldo Vangi) San Francesco è stato proclamato, assieme a Santa Caterina da Siena, patrono principale d’Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII.

Il 16 marzo 2013 Papa Bergoglio ha assunto il nome pontificale di ‘Francesco’, spiegandone le ragioni della scelta in tal modo: << … Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! …>>.

Secondo la regola dettata da S. Francesco, la vita comunitaria è opportuno che si conformi a questi principi. fraternità: i frati non devono vivere soli, ma devono prendersi cura dei propri fratelli (e in generale di tutti) con amore e dedizione. La stessa cura si estende incondizionatamente non solo alle creature umane, ma a tutto il creato in quanto opera di Dio e dunque sacro, vivendo in questo modo la fraternità universale.

Umiltà: porsi al di sotto di tutto e di tutti, al servizio dell’ultimo per essere davvero al servizio di Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l’uomo dal bene e dalla giustizia.

Povertà: rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con tutti i fratelli, partendo dai più bisognosi.

Il vigente Pontefice parlando di “Chiesa povera e per i poveri” si rivolge indistintamente a tutti i battezzati cristiani, nessuno escluso. Il 28.03.2013 in due momenti differenti (Messa Crismale e Messa in Cena Domini) ha, però, mirato il suo discorso dicendo: <<… Alcuni finiscono per essere preti tristi, invece di essere Pastori con “l’odore delle pecore”, in mezzo al proprio gregge…. Questo io vi chiedo: siate Pastori con l’”odore delle pecore”, che si senta quello …”>>.

A Mesagne abbiamo ricevuto il dono del nuovo Arciprete Mons. Giuseppe Satriano, che tutti, compresi i giornalisti, stanno imparando a stimare per l’esempio, che ogni giorno, sta continuando a dare sui predetti principi francescani. Ed allora, così guidati, festeggiamo questo giorno del Santo Francesco d’Assisi con fede e speranza, avendo anche quale riferimento la lettera Enciclica “Spe Salvi” del Papa emerito Benedetto XVI.

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