domenica 3 novembre 2013

Titolari di lavanderie a gettoni respingono le accuse "infondate e denigratorie"


Titolari di lavanderie a gettoni respingono le accuse "infondate e denigratorie"
Giuseppe Messe

Carmela Zizzi e Maria De Mita, titolari della lavanderia a gettoni di via R. Antonucci, replicano a muso duro a chi nei giorni scorsi su Mesagnesera attaccò le loro attività. Definiscono l’intervento mediatico spropositato e ricco di accuse infondate e denigratorie, mirate allo screditamento di queste realtà, che nei paesi più civili d’Europa e del mondo esistono già da oltre 50 anni.

“L’attacco è effettuato secondo schemi ormai consolidati nella realtà di questo paese e passa da una foto sulla rivista web di una lavanderia di dimensioni gigantesche (la lavanderia a gettoni più “imponente”… per così dire di Mesagne vanta…. 4 lavatrici….) a  generiche accuse di “concorrenza sleale” per continuare con l’invito a perseguire “…chi è al di fuori degli schemi della legge e dell’etica”. Continuano: “Queste attività, regolarmente autorizzate e denunciate presso gli uffici preposti ai controlli, sono così trasparenti da essere aperte sempre, ed a tutti, anche a volte a colleghi che hanno avuto bisogno di effettuare magari un’asciugatura perché forse con le proprie macchine piene o fuori servizio. Queste nuove attività sono l’espressione di una società che cambia e che cerca un rapporto più diretto rispetto a ciò che succede nel segreto di una stanza in cui reattivi chimici e lavaggi a volte dubbi restituiscono troppe volte capi induriti e perché no, stranamente odoranti. Il rapporto in queste attività è diretto, essenziale, per dirla con termini più propri “acqua e sapone” e restituisce certezza del lavaggio e capi morbidi e profumati. Sbaglia chi crede che queste nuove realtà siano frequentate per il risparmio di qualche euro, come alluso in senso certamente denigratorio. Queste lavanderie sono diventate piccoli punti di incontro, le nuove piazze, in cui persone si scambiano pareri, esperienze, si aiutano quando in difficoltà con le nuove apparecchiature. In una parola, se si vuole dare un senso politico (visto il tentato coinvolgimento politico istituzionale da parte di queste nuove lobby), sociale e democratico. Le istituzioni e gli organi di controllo, bene accette ed in parte già clienti di queste nuove realtà, non devono essere strumentalizzate ed utilizzate per la soppressione delle nuove realtà, ma costituire elemento di garanzia generale e democratico per tutta la collettività. Ogni novità deve essere elemento di stimolo di rinnovo e miglioramento e magari, in una società realmente moderna, di aiuto e collaborazione”. E concludono: “Ma forse tutto questo è troppo per chi ci attacca”.


 


 

Nessun commento:

Posta un commento